“Mentre noi misuriamo il successo in termini di benessere e di sicurezza personale, l’universo lo mette in relazione a ciò che abbiamo imparato. Finché saranno questi i nostri criteri di successo, continueremo ad avere paura della nostra guida intuitiva, che per sua natura ci spinge verso nuovi cicli di apprendimento, spesso scomodi.” Caroline Myss
Il terzo chakra è Manipura, definito da Anodea Judith “La via bruciante verso il potere”, in sanscrito viene tradotto in diversi modi: “La città dei gioielli” o “Il sole interiore” o ancora “Gemma rilucente”.
Caratteristiche fisiche
Questo terzo centro energetico è localizzato nel punto del nostro plesso solare, cinque o sei centimetri al di sopra dell’ombelico. Esso è collegato a tutti gli organi pertinenti al sistema digerente e inseriti nella cavità addominale: stomaco, pancreas, fegato e cistifellea, milza, intestino crasso e ghiandole surrenali. Anche il tratto della colonna vertebrale situato dietro il plesso solare è compreso negli organi fisici interessati.
Attraverso questo chakra ci colleghiamo con il nostro “Guerriero Interiore” rappresentato dall’Elemento Fuoco ma stavolta di colore giallo, precisamente un Giallo-oro, diverso dal fuoco rosso della Terra, quindi pronto ad affrontare “con noi” le nostre Paure, le nostre Debolezze e le nostre sfide mediante l’energia dell’Equilibrio e della Calma interiore. Questo chakra è un potentissimo accumulatore di Energia dal quale viene ripartita l’Energia Vitale a tutto il corpo; esso è anche l’origine dei 72.000 Nadi. Prendendo in considerazione il nome dato alla parte corporea relativa al terzo chakra – plesso solare – non può sfuggirci l’analogia con Il Sole, che splende, riscalda e dà vita ad ogni essere del Sistema Solare, indipendentemente dalle sue caratteristiche.
“Il chakra Manipura è come il sole del mattino; meditando su di esso con lo sguardo fisso sulla punta del naso si può smuovere il mondo”. Gorakshashatakam
La sua Polarità è Maschile.
Il suo colore è Giallo.
Il suo senso è la Vista.
I Cristalli consigliati per Manipura Chakra sono Ambra, Calcedonio giallo, Occhio di tigre, Pirite, Quarzo citrino e Topazio.
Caratteristiche simboliche
È collegato al Segno dell’Ariete.
Il Simbolo con cui viene rappresentato è il cerchio simbolo del chakra, con dieci petali azzurri, al cui interno vi è l’Ariete – che corre –, a rappresentazione della forza di volontà e determinazione in rapporto al mondo esterno e alle relazioni con gli altri, dell’azione, dell’entusiasmo e della voglia di fare (a destra), della determinazione del portare avanti le proprie energie (a sinistra).
Il suo Yantra – figura geometrica che racchiude in sé l’elemento del cosmo e/o le forze cosmiche in movimento che sostengono le forze psichiche durante la meditazione, “costringendo” a realizzazioni di determinati stati interiori di consapevolezza, che trasformano la persona che lo disegna o lo contempla, riportandola ad un “ricentramento” della sua personalità o ad una identificazione con un Principio unificante o ad una presa di coscienza della totalità dell’Essere – è un triangolo rosso con la punta rivolta verso il basso, simbolo della Shakti con la croce solare indu’(svastica).
Caratteristiche psicologiche
Il terzo chakra si sviluppa dal quattordicesimo al ventunesimo anno d’età e la sua energia costituisce la vibrazione preponderante del periodo della pubertà. Lo sviluppo del terzo chakra e del nostro proprio IO nella sua espressione equilibrata determina sul piano della personalità l’io agisco. Esso chiude la triade dei centri legati alla sfera fisica e della sopravvivenza e rappresenta, nello specifico, la connessione al proprio potere personale. Questo è, quindi, il centro dell’individualità e della responsabilità personale, e del rispetto per sé stessi, grazie ai quali si esprime la propria unicità a prescindere dall’istinto di sopravvivenza di sé stessi (primo chakra) e della specie (secondo chakra).
Come scrive Anodea Judith: “Quando i chakra inferiori non sono soddisfatti e non giungono a compimento, è possibile che l’individuazione non avvenga. Se la madre non fornisce sufficienti cure o fiducia, oppure se l’ambiente emozionale è talmente intrappolante o instabile da consumare il bambino, allora non vi è individuazione. In alcuni casi vi può essere separazione o persino ribellione ma resistere al controllo non è la stessa cosa che esserne liberi. Fintanto che resistiamo, siamo forgiati e determinati dalla forza a cui ci opponiamo.”[1]
Nello specifico, questo tratto psicologico è da intendersi come “io sono ciò che voglio essere”, non perché mi chiudo e mi attengo a quel ruolo ma perché, verbalizzandolo, posso creare la realtà a partire dalla vibrazione energetica delle onde di cui io stesso sono formato: una realtà all’interno del campo quantico in cui esisto e di cui faccio attivamente parte e che manifesto attraverso la mia azione operando una scelta. Quando opero una scelta, attivo il mio terzo chakra che utilizza la mia energia attraverso un mio comportamento delineato a partire dalla mia autonomia e non da una dipendenza. Per renderci degli individui – inteso non tanto come separati dagli altri ma come autonomi, indipendenti dalle nostre credenze, dalle nostre convinzioni e dai nostri condizionamenti – bisogna staccarci dallo stato fusionale del bambino con la madre (acqua) e con il padre (terra), oltre che con il “gruppo” e la “società” e dare vita all’unicità dell’essere divino che è in noi.
Come diceva Yeshua ben Josef, “Lasciate padre e madre e seguitemi!”
Metaforicamente, padre e madre rappresentavano i condizionamenti dei primi tre chakra ovvero le limitazioni che, attraverso l’istinto tribale e quello della sopravvivenza prima – primo – e gli impulsi derivanti dalle nostre emozioni quando sono preponderanti e incontrollate – secondo –, poi, ci condizionano e bloccano la nostra evoluzione sia spirituale che a tutti i livelli. Ed il terzo, ovvero quello della Personalità, del potere personale più legato alla figura paterna che è necessario integrare per non sentire il bisogno compensativo di prevalere sugli altri o di sottomettersi ad essi.
Nel momento stesso in cui questo “io posso perché io voglio” nasce dalle esigenze profonde della nostra Anima e non più da quelle imposte o autoimposte dal nostro Io-personalità-società ecco che ci si libera definitivamente di quella maschera che peraltro ognuno di noi ha ricercato, accettato e incentivato sia inconsciamente che consciamente! Quindi attraverso questo centro energetico viene operata una trasformazione per opera dell’elemento Fuoco associato ad esso, per poterci permettere finalmente la connessione con Anahata Chakra, il Chakra del Cuore.
Se il nostro percorso verso il Risveglio comporta risvegliare ed attivare tutti i nostri centri energetici, questo movimento viene indubbiamente favorito ed alimentato dal Fuoco della nostra volontà. È proprio grazie ad essa che noi ci svincoliamo dagli schemi prefissati e creiamo una nuova modalità di azione. Con la nostra volontà ci permettiamo di discostarci dall’obbedire alle nostre abitudini, senza opporre alcuna resistenza o tentando di farlo senza convinzione, soccombendo alla minima difficoltà. E, per avere questa volontà, risulta necessario il desiderio di farlo!
È quindi il desiderio, il fondamento dell’azione che si innesca nel Secondo Chakra, in quanto il Secondo Centro Energetico anela a ciò che manca, cercando di colmare le carenze percepite. Questo desiderio alimenta, di conseguenza, la Volontà. È infatti indubbio che l’energia della nostra azione nella dimensione fisica derivi dalla sopravvivenza e dal piacere e da esse ne è motivata! Queste due forze istintive che insieme contribuiscono a creare la corrente ascendente che ci eleva, che ci libera, in questo centro energetico si uniscono alle forze della coscienza, le quali rendono possibile la trasformazione di questi impulsi istintuali in attività volontarie attraverso la comprensione. Quando queste due correnti si incontrano, l’Energia Vitale, la Kundalini che consente ed alimenta vita e forza in noi, si caratterizza di attività: soltanto così prendiamo coscienza che il vero scopo della nostra forza è la Trasformazione.
Inizia qui la danza del nostro Guerriero Interiore, il quale attraverso un grande lavoro di volontà ed azione trasforma letteralmente gli elementi di Terra ed Acqua dei primi due chakra, prettamente passivi – densi, essi si attestano e scorrono verso il basso – in una nuova energia attiva e dinamica: il Fuoco! Il Fuoco invece muove verso l’alto nella sua azione-combustione che “distrugge la forma”, creando una nuova energia di calore e luce. È quindi la sfida il terreno del Terzo Chakra, vivendo eventi che ci rafforzano, costringendoci a crescere. Lasciando l’inerzia e la passività dietro di noi abbandoneremo le nostre abitudini, le nostre zone comfort e le nostre certezze compensative per poter entrare nell’Ignoto dove tutto è possibile ed il salto trasformativo da lineare può diventare quantico.
Ricordando che non esiste mai un nemico esterno e che ciò con cui “lottiamo” ogni momento della nostra vita esiste solo e soltanto dentro di noi, il “nemico” – se di “nemico” si può parlare, inteso in questo caso come ostacolo-resistenza alla nostra massima evoluzione spirituale e dal nostro massimo benessere sotto tutti i punti di vista – siamo noi ovvero la nostra maschera! Ed allo stesso tempo quello stesso ostacolo diventa il nostro più importante maestro di vita semplicemente perché ci fa da “leva” per poterci elevare integrando i nostri opposti, processo cardine per il nostro Risveglio. Come al solito non esiste separazione: Tutto è UNO e tutti siamo UNO! Qualsiasi “pensiero” che frammenta, inevitabilmente si discosta dalla “Verità”; la vita sociale ci ha insegnato, ci ha imposto e ci ha reso, invero, inevitabilmente dipendenti dalla “frammentazione” per cui il bivio a cui ci si ritrova nel momento del “risveglio” è: “sopravvivere in società o super-vivere in solitudine?”. E proprio questa capacità di discriminazione – una capacità che è paradossalmente di separazione quindi fittizia ma che ci serve per mettere limiti e confini, necessari alla sopravvivenza in questo piano di esistenza – la caratteristica di Manipura, perché è proprio questa differenziazione, scandita dalla nostra Individualità, dalla nostra Personalità e difatti dal nostro Ego, che ci fa crescere all’interno dei rapporti interpersonali, mediante i quali acquisiamo un’identità, una definizione dell’IO affinché grazie ad essa possiamo confrontarci con i nostri simili e percepirci in maniera adeguata in quella che è l’esperienza evolutiva della Vita.
Dobbiamo ritrovare il senso della nostra sacralità in relazione al potere insito in noi. Riconsiderare il potere come potenza e incanalare la forza che da esso ne deriva risulta il compito più elevato del nostro Terzo Chakra. Questa presa di coscienza ci trasforma dall’interno e ci permette di cogliere interamente il nostro scopo di vita, il nostro compito animico.
Noi possiamo evolvere spiritualmente soltanto se accettiamo profondamente le nostre limitazioni fisiche e materiche in modo tale che esse non saranno più un ostacolo insormontabile alla nostra crescita. Questo processo permette lo spostamento del centro di forza e potenza spirituale dall’esterno all’interno di noi! Tutto ciò che è spirituale non può essere separato dagli altri aspetti della vita: ogni forma di separazione allontana la nostra crescita.
Il demone del terzo chakra, si concretizza nella Vergogna, che non a caso è il principale deterrente nei confronti dell’autostima, pietra angolare dell’azione, dell’essere spontaneamente propositivi nella sicurezza personale, dell’impegno e della forza di volontà, tutte caratteristiche peculiari di Manipura Chakra. Se ci vergogniamo di noi stessi e dei nostri istinti più profondi non faremo altro che tenerli sotto controllo grazie alla nostra mente, bloccando la nostra personalità e la nostra volontà, sottostando quindi a modelli di coazione a ripetere e dipendenza compulsiva. Agiremo quindi in modo non vero nei confronti di coloro che ci circondano e principalmente nei nostri confronti. Quando oseremo vivere in modo autentico, nella verità, acquisiremo enorme potere e manifesteremo l’ammonimento del Cristo: “La Verità vi renderà liberi!” Liberi attraverso la presa di coscienza di tutto ciò che è stato relegato nell’inconscio e che viene comunemente chiamato “Ombra”. Soltanto portando alla coscienza questa parte che gioca un ruolo fondamentale nella nostra esistenza, in quanto rappresenta la stragrande maggioranza delle nostre energie e che è quindi quella parte di noi che decide realmente nella nostra vita, potremo sperare in una vera e profonda Trasformazione.
Paure primarie
L’energia che scorre in questo centro energetico riguarda quindi il nostro potere personale in relazione al mondo esterno; quindi, le paure più intense qui risultano quelle di essere rifiutati ed all’ipersensibilità alle critiche.
Questo è legato anche al nostro narcisismo di vita, essenziale per sviluppare un forte senso della nostra identità assolutamente indispensabile per l’acquisizione del più sano potere personale, grazie anche alla nostra forza di volontà ed alla fiducia che riponiamo in noi stessi. All’interno di Tutto Ciò che È il Disegno Divino, il modo in cui intendiamo procedere nel percorso della nostra Anima dipende esclusivamente da noi: o andiamo verso “Maya”, l’illusione della realtà fisica oppure ci dirigiamo verso l’Essenza, la consapevolezza e l’evoluzione spirituale. La famosa frase sufi “Essere nel mondo ma non del mondo” riassume perfettamente le virtù di questo centro energetico e simbolizza tra l’altro quanto riusciamo ad essere distaccati in maniera equilibrata da tutti gli asservimenti dell’Ego. Tutto questo è in stretta relazione con quanto ci mettiamo in gioco e quanto riusciamo a comprenderci profondamente. Questo centro energetico ci comunica quanto il potere esteriore o fisico sia necessario per la salute: esso, infatti, è fondamentale sia per il successo materiale che per l’equilibrio spirituale, il secondo spesso conseguenza equilibrata del primo. Ma esso ci ricorda pure che il potere del nostro spirito – “il guerriero spirituale in noi” – non può essere né costretto né condizionato da nessuna limitazione. La forza spirituale ci giunge quindi dal rispetto profondo verso noi stessi. Rispettando ed onorando noi stessi, riusciremo a rispettare ed onorare anche l’altro.
L’esito principale e dunque la lezione da imparare relativa a questo chakra, riguarda il nostro rapporto con l’Ego ovvero la nostra Personalità e l’autostima, stavolta in senso più ampio rispetto al secondo chakra, relativo invece più all’aspetto sessuale. Il terzo chakra è quindi l’espressione della consapevolezza che ciascuno ha di sé ovvero quella capacità di provare piacere nel sapersi soddisfatti. Ma all’interno di questa soddisfazione vi è anche l’umiltà di comprendere che “non siamo giunti da nessuna parte” perché non c’è nulla da raggiungere, che si può continuamente evolvere in quel percorso di risveglio della nostra parte più vera che è rappresentato dal Viaggio verso Noi Stessi.
Caratteristiche di funzionamento
Il Terzo Chakra in equilibrio è la fonte della forza di volontà, l’origine dell’auto-affermazione, della determinazione personale; ma anche della resilienza e della forza per affrontare le sfide della vita. Il suo equilibrio nel corpo fisico permette la digestione e l’assimilazione delle sostanze nutritive. Infatti, esso fa da mediatore tra il mondo esterno (primo e secondo chakra) e l’interiorizzazione della coscienza (caratteristica del quarto chakra).
Scrive Caroline Myss: “Generalmente il terzo chakra fa da mediatore tra il mondo esterno (caratteristico del primo e del secondo chakra) e l’interiorizzazione della coscienza. Il primo chakra ha un centro gravitazionale esterno ed è sempre situato all’interno di una mente collettiva. Anche il secondo chakra ha un centro gravitazionale esterno, ma riguarda le relazioni e gli effetti che essi hanno su di noi. Nel terzo chakra, invece, il centro gravitazionale è in parte interiorizzato, perché il nostro centro di interesse si sposta dal modo in cui ci mettiamo in rapporto con le persone che ci circondano a quello in cui ci mettiamo in rapporto con noi stessi e ci capiamo.”[2]
Le “malattie” o, meglio, gli squilibri energetici collegati a questo chakra sono legati al rapporto con gli altri connesso al potere. Quando si ha un chakra carente vi è una scarsa energia, insicurezza costante, timidezza ed inadeguatezza. Quando il terzo chakra è invece iperattivo il soggetto risulta incapace di rimanere calmo e manifesta scoppi d’ira oltre che disturbi allo stomaco di origine nervosa.
Quando il terzo è disfunzionale invece viene generato un desiderio sfrenato di potere e di manipolazione che mira a stravolgere la realtà in ogni situazione e sempre a proprio favore. Spesso si potrà notare un atteggiamento fortemente aggressivo essenzialmente protettivo verso la parte più debole e sofferente, la profonda carenza di potere in cui versa il soggetto, la quale, se scoperta, lo farebbe sprofondare in una crisi disperata di impotenza. Ciò denoterebbe il suo senso di inferiorità rispetto alle persone con le quali si relaziona, elemento che caratterizzerebbe gran parte della vita del soggetto.
Strumento di equilibrio
Il Bija Mantra relativo al terzo chakra è RAM (dove la R rappresenta la forza mediante la quale si “prende ciò di cui si ha più bisogno”). Continuando stando seduti e sempre con gli occhi chiusi, si porta l’attenzione alla zona del terzo chakra, Manipura, stomaco ed addome: “Sono contratti? Sono rilassati?”. Si osserva il fegato, la cistifellea, la milza, il pancreas, ci si sposta nell’intestino tenue ed a questo punto si immagina di vedere il colore Giallo-Oro che si diffonde in tutti questi organi e li pulisce, sciogliendo quanto c’è di “fermo”. In questo piano di coscienza si sente e si afferma: “Risveglio il mio Guerriero Spirituale, la mia forza di volontà, la fiducia in me” e si continua a vibrare al suono del mantra RAM osservando l’effetto che questo suono produce nel corpo fisico e nel corpo astrale. “Respiro e vibro”.
“Onoro la forza che è in me. Porto a termine i compiti facilmente e senza sforzo. Il fuoco che è in me brucia tutti i blocchi e le paure. Posso fare tutto ciò che voglio.”
[1] Il libro dei chakra Anodea Judith pag. 237 Edizioni Neri Pozza I COLIBRI’
[2] NdA: Caroline Myss Anatomia dello spirito, pag 167 ANIMA EDIZIONI

opera di etreart.com
