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“L’amore nacque per primo; gli dèi non possono raggiungerlo, o gli spiriti o gli uomini… Lontano come il cielo e la terra si estende, lontano come le acque va, alto come il fuoco brucia, Tu sei più grande, amore! Il vento non può raggiungerti, né il fuoco, né il sole, né la luna: Tu sei più grande di loro tutti, amore!”                                                                            ATHARVA VEDA 9.2.19

Il Quarto Chakra è Anahata, che in sanscrito significa “Non colpito” o “Suono che viene prodotto senza che due oggetti si colpiscano”. Questo perché, in senso simbolico, Anahata Chakra ci comunica che ognuno di noi può ritrovare la sua interezza, la sua integrità e la sua invulnerabilità nel proprio Cuore, senza l’intervento di “forze esterne”. Quando il Chakra del Cuore è finalmente libero dalle ferite inevitabilmente inferte dalle esperienze nel nostro percorso di crescita, si potrà assistere ad una apertura libera, innocente, fluida e radiosa.

Caratteristiche fisiche

Si trova comprensibilmente al centro del torace, all’altezza dello sterno appena sopra l’area dell’organo fisico e si espande tutto attorno al Cuore. Oltre al Cuore, gli organi interessati sono il sistema circolatorio, il sistema linfatico, il sistema immunitario, la ghiandola del timo, i polmoni, il diaframma, le spalle, le braccia e le mani. A livello energetico esso è collegato alla devozione e all’abbandonarsi; a livello fisico essendo collegato alla ghiandola del timo, esso regola lo sviluppo dell’individuo, controlla il sistema linfatico, rinforza e stimola il sistema immunitario.

Il Quarto Chakra si trova esattamente tra i tre chakra inferiori e i tre chakra superiori che rappresentano rispettivamente “Il Corpo in tutta la sua fisicità” e l’“Evoluzione che la trascende integrandola”. Segna dunque il passaggio da uno stato di coscienza legato alla materia ad uno di frequenza più alta, connesso con le nostre parti più eteriche e spirituali. Dal mondo della fisicità del corpo ci eleviamo nelle profondità dello spirito.

Il suo elemento è l’Aria, la quale infatti si trova esattamente tra la Terra e il Cielo. Dal punto di vista energetico esso rappresenta il punto della trasformazione dell’energia fisica in energia spirituale. È di fatto l’elemento meno denso di tutti gli elementi fisici e rappresenta la leggerezza, la libertà, la freschezza e lo spazio. L’Aria è un elemento intangibile ma indispensabile per la nostra vita proprio come l’Amore. Ha una polarità YIN, ovvero più femminile che maschile, più votata al “lasciar fare” che all’ “agire”; quindi, connessa ad un “non attaccamento” e ad un “permettere che sia”. L’Amore aiuta a guarire noi stessi e gli altri. Ma per far questo bisogna inizialmente amare profondamente noi stessi. E per far questo bisogna arrivare a “toccare davvero il proprio cuore con le mani e sentirlo pulsare”!

Il Chakra del Cuore è il centro di raccolta del Prana (da pra, primo, e na, unità) ovvero dell’Energia Vitale; esso è il punto di contatto tra il mondo fisico e quello mentale attraverso il Respiro. E proprio attraverso il controllo del respiro che si entra nello spazio interiore della comprensione e della trasformazione fisica e mentale. Attraverso la trascendenza dell’Ego ed una resa al nostro Sé Superiore possiamo liberare il nostro cuore dalle catene derivanti dai nostri condizionamenti e giungere alla Pace e dalla Felicità. Questo Centro Energetico viene infatti associato comunemente ai Sentimenti e alla Felicità ed è il centro per antonomasia della Compassione, della Sensibilità, dell’Amore e del Calore umano.

Il suo colore è Verde-Rosa-Oro.

Il suo senso è il Tatto.

I Cristalli consigliati per Anahata Chakra, il Chakra del Cuore sono: Quarzo Rosa, Avventurina Verde. Ametista, Smeraldo, Lapislazzuli e Giada.

Gli Olii essenziali che possono aiutare il riequilibrio del Chakra del Cuore sono: Olio di Rosa, Bergamotto, Sandalo, Geranio Rosa, Melissa ed Olio di Iperico.

 

Caratteristiche simboliche

È collegato al segno del Leone, il cui pianeta dominante, il Sole, si esprime in generosità, carica emotiva e sincerità; al segno della Bilancia, il cui pianeti, Venere e Saturno, si esprimono rispettivamente in ricerca dell’armonia, amore, comunione e sviluppo dell’Io fino al suo superamento che rende possibile un amore incondizionato.

Viene simbolizzato con un fior di loto a dodici petali.

Il suo Yantra è un cerchio azzurro con al centro due triangoli intrecciati a formare una stella a sei punte, nota anche come Stella di David. Simbolicamente essi rappresentano la “spiritualizzazione della materia e la materializzazione dello spirito”. Ma non solo. Questo simbolo rappresenta anche il cosiddetto Matrimonio Sacro, l’integrazione del maschile con il femminile dentro di noi, manifestazione di equilibrio, saggezza e interezza, il quale, se manifestato nelle relazioni e nella coppia, conduce alla cosiddetta Unione Tantrica.

Nel centro vi è lo Shiva lingam con un triangolo rivolto verso il basso (trikuna) con il simbolo del seme (yam). Sono rappresentati, inoltre, Isvara, Dio dell’Unità, e Shakti Kakini. Da notare che alla base della stella è rappresentata un’antilope in movimento, simbolo della libertà.

Caratteristiche psicologiche

Il motivo più importante per il quale il Cuore – e quindi il suo centro energetico – si trova proprio al centro della nostra struttura fisica è perché da qui partono tutte le riflessioni auto-coscienti riguardo a tutte le percezioni nel nostro corpo fisico relative ognuna ad ogni centro energetico specifico. Giunti a questo centro energetico non solo prendiamo coscienza nel profondo di “chi noi siamo in Verità”, dopo averlo ben definito nel terzo, ma entriamo in relazione con tutti coloro che ci circondano. Questa sorta di autoriflessione cosciente ci permette di integrare le nostre parti psichiche nella coesione necessaria al nostro equilibrio ma, principalmente, ci permette di considerarci interattivi con le altre “unità” in quello che è un fondamentale incastro relazionale.

Questo Chakra è infatti sede del Perdono perché, nel momento in cui la consapevolezza pervade la nostra mente, il nostro corpo con tutti i suoi corpi sottili – in particolare il nostro corpo causale che è l’unico corpo che ci segue in ogni incarnazione – e la nostra Anima, giungiamo inevitabilmente al concetto che “ognuno di noi esseri umani fa inevitabilmente ciò che può fare nel momento stesso in cui lo fa!”. Dunque, il Perdono assume una connotazione totalmente differente e diventa sacra e profonda Gratitudine per tutto ciò che il Divino, attraverso tutto ciò che ci circonda, ci invia ogni istante della nostra esistenza in questo corpo fisico in quanto è esattamente “ciò che ci serve nel momento stesso in cui ne abbiamo più bisogno” per la nostra evoluzione spirituale. Diventa quindi un atto di necessità affinché si possa manifestare la nostra elevazione oltre ogni nostra aspettativa in quanto si è trasceso la necessità di una comprensione terrena di Ciò che È! Non esiste più il bisogno di perdonare perché non c’è assolutamente più nulla da perdonare o di cui farsi perdonare: “la Vita è perfetta così com’è” e tutto ciò che succede è propedeutico alla nostra evoluzione ed al cammino inarrestabile della nostra Anima.

Il Quarto Chakra è quindi la centralina di comando del sistema energetico umano. Questo centro energetico fa da intermediario tra il Corpo e lo Spirito, determinandone la forza e l’integrità. Più di qualsiasi altro chakra, Anahata Chakra rappresenta la nostra capacità di “lasciare andare ed abbandonarsi a Tutto Ciò Che E’”: questa Energia rappresenta l’Essenza del Divino, l’eterno fluire della Forza Vitale che nutre! Come sappiamo la nascita è sicuramente l’esperienza più traumatica dell’essere umano! Ci sarà un motivo ben specifico perché veniamo al mondo attraverso l’esperienza più destabilizzante in assoluto! Grazie a questa noi sappiamo che non siamo grandi esperti nel ricevere e nel dare Amore ma dedichiamo tutta la nostra vita consciamente o inconsciamente nel cercare di diventarlo.

Amare sé stessi – per essere in grado, poi, di amare veramente gli altri – è la vera sfida del quarto chakra!

L’Archetipo che opera a livello del cuore e quello del “bambino ferito” e rappresenta tutti i vissuti limitanti, le esperienze sofferenti e gli schemi emotivi danneggiati che diventano fuorvianti nel nostro profondo. Se riusciamo a metterci adeguatamente in gioco da riuscire ad avere il coraggio di ascoltare liberamente i messaggi emotivi e le direttive spirituali del nostro Cuore, riusciremo ad uscire dal vortice passionale dei primi tre centri energetici ed una volta giunti a questo livello ci si prospetta una visione ed una condizioni di vita totalmente differenti! Ma per essere in grado di far questo è necessario riuscire a “vedere” il nostro bambino interiore, ad ascoltarlo nelle sue richieste più impellenti, a nutrirlo e ad amarlo incondizionatamente.

Il Chakra del Cuore è infatti il luogo per antonomasia della Coscienza Cristica. Qui ci abbandoniamo all’Amore Incondizionato, l’Energia più potente che abbiamo, ci abbandoniamo a Dio senza alcuna resistenza, dimorando esclusivamente nel Qui ed Ora. E nel Momento Presente, grazie all’acquisizione di questa consapevolezza, noi riusciamo a gioire delle piccole cose in un interscambio tra il dare ed il ricevere, con la Gratitudine, la Generosità e la Semplicità dell’Amore Incondizionato. È un netto e perentorio nei confronti della Vita e della Sua Accettazione più profonda sotto tutti i punti di vista ed è da questa accettazione che scaturisce il Servizio Totale e Disinteressato nei confronti di chiunque ci circondi! Giunti a questo centro energetico prendiamo consapevolezza che lo sviluppo della coscienza dell’Io non è la nostra rovina! Esso è stato, ed è tuttora, estremamente necessario per lo sviluppo di una civiltà e di una cultura sempre più elevata. Ma bisogna accettare che esso è una struttura fittizia, che noi utilizziamo per raggiungere obiettivi relazionali nei contatti con gli altri individui ed in tutti i campi d’azione sociali, ma che, una volta utilizzati dobbiamo abbandonare per aprirci ad una nuova dimensione che è quella più “vera”. L’intelletto cederà volentieri il “controllo” all’intelligenza che armonizzerà da adesso in poi tutti i comportamenti a livello sensoriale.

Infatti, da qui tutto potrà cambiare! L’intelligenza scaturita dalla consapevolezza trascenderà quindi le reazioni impulsive, aggressive, irrazionali dovute a meri stimoli psicofisici dettati dai cosiddetti centri della sopravvivenza dato che questi tre meccanismi di sopravvivenza del circuito inferiore non fanno altro che separare gli esseri umani gli uni dagli altri e da tutto ciò che li circonda. Paura, rabbia, volontà acquisitiva, desiderio di possesso e bisogno di sopraffare gli altri non avranno più ragione di esistere. Una volta in questo centro, grazie alla meditazione, acquisendo una nuova educazione psico-fisica che ci consentirà di entrare in uno stato di non-azione, ci limiteremo ad “affidarci” al Silenzio, all’Intelligenza Universale ed alla Coscienza Superiore che si prenderà cura della nostra Essenza. Gli asservimenti del nostro Ego – relegati nei primi tre centri energetici – funzionali per la gratificazione dell’Io verranno disinvestiti e gradualmente spariranno – o meglio, si integreranno trasformandosi in “qualcos’altro” –; si entrerà quindi nella dimensione del centro dell’Amore, della Compassione, della Connessione con tutti gli altri esseri umani che è il vero portale verso l’evoluzione verticale, l’ascolto e la comunicazione libere con tutti i nostri fratelli, prerogativa del Quinto Chakra, con l’intuizione e l’espansione della Coscienza del Sesto, con la consapevolezza di Tutto Ciò che E’ del Settimo ed infine con il “percepirsi UNO” dell’Ottavo Centro Energetico, il Nous.

Il demone e la paura primaria

Il demone del quarto chakra è il dolore. Un cuore che soffre si serra. Si chiude in sé stesso e taglia i ponti con tutto l’ambiente circostante per cercare di evitare di essere ulteriormente sollecitato. Quindi anche il cuore cerca auto-protezione in uno stato di sopravvivenza. Cerchiamo di sopravvivere dove, in verità, non c’è più vita. Questo succede quando non diamo voce al nostro dolore, addirittura lo neghiamo! A lungo andare, questa chiusura si cristallizza ed il freddo interiore contribuisce al suo “congelamento”. Un cuore congelato è dunque psico-emotivamente morto. È soltanto quando accettiamo profondamente e completamente questo blocco e man mano prendiamo coscienza del nostro dolore che iniziamo a dar vita a noi stessi. Esprimendolo verbalmente prima e permettendo a noi stessi di “sentirlo nel corpo” poi, ecco che questo freddo si scongela. Ma per far questo bisogna prima affrontare e sconfiggere la Paura ed in particolar modo la sua paura primaria.

La paura primaria di Anahata è essenzialmente la paura di essere soli, di impegnarsi in qualcosa di totalitario, e di seguire il “cuore” in contrapposizione alla “testa”. Moltissimi perseguono l’errore che è la mente a dominare ma adesso sappiamo che l’energia del Cuore è il vero propulsore del nostro sistema vitale. L’Amore è senza dubbio un potere divino che ci viene dato e sta a noi imparare ad utilizzarlo correttamente e adeguatamente ai nostri bisogni e ad i nostri obiettivi. In definitiva la nostra vita non è altro che una “lezione sull’Amore”! E, come abbiamo visto precedentemente, spesso l’Amore per gli altri si basa proprio sulla compassione per il proprio dolore. Utilizzare la propria sofferenza per trasformarla in comprensione, compassione ed unione è senza dubbio la strada più valida per l’espansione di questo centro energetico. Anche qui parte tutto dalla consapevolezza di “chi siamo in verità” e di quali sono le proprie sovrastrutture psicoenergetiche che ci allontanano da questa Verità, per giungere finalmente alla consapevolezza spirituale che lo Spirito passa inevitabilmente dal Cuore.

L’affermazione più potente da rivolgere a noi stessi, riguardo al chakra del Cuore, ritengo personalmente sia la seguente: “Io mi amo, mi approvo e mi rispetto profondamente! Amo incondizionatamente tutte le persone che mi circondano e da queste vengo profondamente amato! Accetto umilmente tutto questo Amore e ringrazio profondamente per questo.”

È nei nostri centri energetici inferiori, che le resistenze più profonde e più inconsce dettano legge, proprio perché non coscienti e legate fondamentalmente ai vissuti più antichi ed alla sopravvivenza. Concedi quindi all’Ego ciò di cui ha bisogno per rinforzarsi e non piangere più, debole come un “bambino sofferente” perché inconsapevole di ciò che egli stesso porta in Sé e che un giorno diverrà. Solo così potrai staccarti dalle tue resistenze nei confronti del quarto centro energetico. Ma ricorda che il passaggio successivo non solo non prevede alcun attaccamento, ma riuscirai ad amare te stesso soltanto quando ti distaccherai da qualsiasi separazione: amerai davvero stesso quando avrai incluso totalmente qualsiasi persona o esperienza del passato, affinché nessuna ferita potrà arrecare danno ulteriore, né a coloro i quali neghiamo o concediamo il perdono, né – ed in misura molto maggiore – a noi stessi. Un famoso detto cita: “Il rancore e l’odio sono come un veleno che nella speranza di vendicarsi dell’altro, beviamo noi stessi.”

Scrive Caroline Myss:

“Le energie del quarto chakra si avvicinano sempre più alla maturità spirituale e ci portano al di là del dialogo genitore-figlio con il divino, al di là delle preghiere per ottenere una spiegazione di ciò che accade, al di là della paura dell’inaspettato. Agli occhi del “bambino ferito” il Divino attua un sistema di ricompense e punizioni, che comprende spiegazioni umanamente logiche per tutte le esperienze dolorose. Il bambino ferito non capisce che ogni esperienza, non importa quanto dolorosa, contiene intuizioni spirituali. Fintantochè penseremo con la mente del bambino ferito, ameremo in modo condizionato e con una grande paura della perdita”[1]

Dal momento, quindi, che si comprende perfettamente che “Tutto È perfetto così com’E’” il Perdono diventerà prima Compassione, poi Gratitudine ed infine Servizio Disinteressato, e l’Amore, da “bene in richiesta” diventerà “capacità infinita di dono” e potrà finalmente essere intrapresa la strada verso la Realizzazione del – che altro non È che Dio In Noi –. È quindi proprio questa la via verso l’Amore Incondizionato che è poi il supremo obiettivo di Anahata, il chakra del Cuore.

Lo sviluppo adeguato del Quarto Chakra porta dunque alla consapevolezza ed espressione nella personalità del diritto di amare e di essere amato!

Dal Quarto Chakra fluiscono i comandi del sistema energetico umano e dalla sua apertura, dalla sua espansione e dalla consapevolezza del suo potere si sviluppano le interazioni sia tra i tre chakra inferiori e quelli superiori sia tra la nostra interiorità e la nostra esteriorità ovvero tra noi stessi come individuo e tutto il mondo che ci circonda. Quando agiamo nell’Amore siamo un tutt’uno con il mondo circostante ed è proprio questa la lezione più importante da imparare in ogni nostra incarnazione. Ma, paradossalmente, proprio perché il nostro rapporto si fa unitario non abbiamo più il bisogno di conoscere noi stessi in relazione a qualcun altro, bensì soltanto in relazione a noi stessi. Qui scopriamo quali sono le nostre necessità per il nostro equilibrio, per rispettarci integralmente e per stare bene sia da soli che con gli altri, e per estendere il nostro benessere anche a coloro che circondano.

Le lezioni più importanti da imparare sul Chakra del Cuore e sulla sua apertura consistono nella presa di coscienza che l’Amore non va analizzato, non va soppesato e per essere davvero vero Amore non va mischiato con le faccende della mente! L’apertura e l’espansione di questo Chakra ci comunicano una specifica e fondamentale informazione: ascolta sempre il tuo Cuore! Esso promuove la Vita che è in te. Cerca sempre la Verità da un punto di vista relazionale, da ciò che l’Energia Vitale in te percepisce in relazione al mondo circostante e non vivere mai nella menzogna. Ciò significa essere sempre in ascolto del Divino. Ringrazia profondamente chi ti permette di evolvere, di crescere, di confrontarti con gli altri, anche se sono stati – o sono – causa di sofferenza, ma principalmente di averti permesso di confrontarti costantemente con te stesso e con le tue limitazioni, affinché tu possa veramente imparare le lezioni che ancora ti serve far tue. Ciò che è necessario comprendere è che non è la lotta la via all’integrazione: non dovete condurre una rivolta verso gli altri e nemmeno verso voi stessi! L’unica “rivolta”, se così la possiamo chiamare, sarà esclusivamente verso ciò che chiamiamo “resistenza” all’Amore, alla Compassione, all’Unione ed all’Interazione. È esclusivamente nell’”interscambio” che tutto accade! Ed è, infatti, l’Amore che permette questo interscambio di Informazioni ed Energia! Senza questo permeare e lasciarsi permeare nulla potrà succedere: questa è l’unica “rivolta” che si potrà accettare e questo porterà alla Vera rivoluzione della vostra Coscienza!

“L’amore è il dinamismo che infallibilmente porta alla luce l’inconscio.” C. G. Jung

L’esito principale di Anahata è quindi quello di risvegliare la Coscienza Cristica in noi stessi ed in coloro che ci circondano, se sono pronti per questa trasformazione. Da migliaia di anni all’interno di una cultura ossessionata dal potere, nel nostro profondo, nelle nostre esigenze più remote siamo guidati tuttavia dal bisogno di amare ed essere amati, che è il diritto fondamentale del Chakra del Cuore. Difatti Anahata è il Chakra dell’Equilibrio e non a caso si trova al centro del nostro corpo. E l’equilibrio si raggiunge con un profondo ascolto interiore ed una continua riformulazione di azioni e reazioni, creando esperienze che di fatto connettono eventi del passato con la nuova consapevolezza acquisita nel Qui ed Ora permettendo il collegamento di immagini mentali ed emozioni. L’equilibrio è la struttura di base per la longevità di tutte le cose esistenti e risulta fondamentale quindi anche nella relazione tra i vari aspetti duali di noi stessi – la mente ed il corpo come anche il maschile e il femminile ed il materico e lo spirituale, nonché i tre centri inferiori con i tre superiori – quanto quello che si instaura tra noi stessi ed il mondo che ci circonda – unione e separazione come anche dare e ricevere –. Soltanto nell’equilibrio si riesce a instaurare un rapporto sano e duraturo, un interscambio che rispetta entrambe le parti e la loro evoluzione. La natura cerca l’equilibrio. L’equilibrio che unisce senza limitare, che crea intimità e distanza al contempo! Ma, oltre il promuovere l’Amore profondo per noi stessi e per chi ci circonda, la strada per il risveglio della Coscienza Cristica che risiede in Anahata Chakra passa inevitabilmente per la riduzione sempre maggiore della distanza tra noi ed il divino! Ricercare Dio “fuori” di noi è sinonimo di separazione, prerogativa dei primi tre centri energetici cosiddetti della “sopravvivenza” nei quali si vive prevalentemente nella “carenza” e nella “richiesta”, dettati dalle esigenze infantili del nostro “bambino interiore”. Quando il percorso di consapevolezza e di integrazione giunge al Cuore, questa ricerca si sposta dall’esterno all’interno di noi stessi, divenendo sempre più matura. Ovvero, si inizia a colmare quel gap di separazione che “pone il divino fuori di noi”, a causa del quale noi rimarremmo bloccati in una posizione di preghiera da una mancanza interiore, di elemosina di “qualcosa che si trova già in noi!”. E questo passaggio è semplice non appena si prende veramente coscienza che il nostro Sé è la “scintilla divina in noi”: una infinitesimale parte della Creazione che risplende in noi considerando un punto – al centro del nostro Cuore – che si manifesta “nella coscienza ma che è oltre la coscienza” e che è in continua e totale connessione con il Tutto, oltre il “tempo” e lo “spazio”. Passando così ad una visione di unità con il divino – considerando arbitrarie tutte le differenze e le separazioni – la “preghiera” inizia ad assumere una valenza evoluta di co-creazione con Lui/Lei/Il Tutto ossia La Creazione.

Caratteristiche di funzionamento

Quando Anahata è in equilibrio, le emozioni provate ed emanate sono di Gioia, Unione ed Amore. Chiunque si trovi intorno a noi ne verrà pervaso, e la Compassione ed il desiderio di aiutare il prossimo saranno emozioni istintuali e naturali. I sentimenti saranno immuni ai turbamenti interiori o a qualsiasi conflitto o incertezza che provenga dall’esterno di noi, e la Serenità e l’Armonia saranno la condizione basilare stabile. La sensazione di sentirsi vivi crescerà a tal punto da arrivare a comprendere il vero senso della “Vita” nella sua forma più originale e autentica, e cioè l’espressione dell’Amore Eterno e della Beatitudine Divina ed a desiderare di trasmetterla a tutti coloro che ci circondano.

Quando Anahata non è in equilibrio, la disponibilità di aiuto verso l’altro affonda le sue radici, in maniera inconsapevole, nell’aspettativa di riconoscimento e gratitudine, che porta inevitabilmente all’emozione di delusione. Oppure, la sensazione di aiuto e disponibilità non sarà effettivamente collegata alla Fonte dell’Amore e si avrà la sensazione di sentirsi forti e potenti a tal punto da pensare di poter cedere un po’ di questa forza, rimanendo così in uno stato di incapacità ad accettare l’amore che gli altri tentano di darci, e difficoltà ad aprirsi per poter ricevere.

La disfunzionalità di Anahata riguarda quindi il blocco energetico più diffuso: la difficoltà di amare noi stessi. Come possiamo amare gli altri se non riusciamo a provare veramente amore verso noi stessi? E l’Amore verso noi stessi comprende ovviamente il Rispetto che abbiamo di noi, della nostra Dignità e del nostro Benessere a tutto tondo! Per fare questo è necessario instaurare un intimo contatto con noi stessi, con le nostre sofferenze, con le nostre paure, con le nostre necessità e con le nostre speranze più profonde. La capacità di amarci passa quindi inevitabilmente attraverso la conoscenza intima di noi stessi e delle modalità più consone di interazione con chi ci circonda, attraverso le quali riusciamo a valorizzarci ed a valorizzare le nostre relazioni.

L’assenza di Amore verso sé stessi rende infatti estremamente vulnerabili alle offese e/o dipendenti dall’affetto e dalle attenzioni degli altri. Questo innesca due diversi circoli viziosi: il primo nel quale per compensare la mancanza di Amore vengono adottati comportamenti amichevoli e servizievoli indistintamente con chiunque, con totale inconsapevolezza e discernimento; l’altro, per il quale la ferita da rifiuto ci porta alla chiusura totale, alla diffidenza, alla tristezza, alla depressione e al terrore di aprire nuovamente il nostro Cuore. La totale chiusura a lungo andare porta all’indifferenza, alla freddezza ed all’insensibilità.

L’Amore porta ad un Risveglio spirituale e la strada più efficace di invitare l’Amore è quello di offrirlo per primi!

Certamente, ma non come sintomo di velata richiesta di quell’amore romantico dal quale noi, figli della carenza e della richiesta, dipendiamo da secoli, travestendolo da unico tipo di Amore che ci nutre e ci fa evolvere! In effetti esso è tutt’altro. Come neanche di quell’amore compensativo di vuoti affettivi abissali. Non si può risanare una ferita ancora aperta e non lo si può fare tantomeno dall’esterno! Una ferita aperta e sofferente porta inevitabilmente ad una dipendenza che rappresenta difatti un “buco nero emozionale”, impossibile da colmare riempiendolo di attenzioni. L’unica modalità di integrazione di questo vuoto consiste in una presa di coscienza che può avvenire soltanto da “dentro di noi”! E questo comportamento sano potrà essere manifestato soltanto se il Terzo Chakra, Manipura, il Chakra del potere personale è equilibrato. Questo perché l’eventuale “perdita” dell’Amore può produrre una disperazione profonda in coloro che hanno un Terzo Chakra debole e carente nel quale non si è strutturata una sicura autostima ed il demone della Vergogna e dell’Ipercritica è ancora molto forte. Il Quarto Chakra assieme al Terzo permette di trasformare ed integrare le ferite del nostro bambino interiore, viste e sofferte nel Secondo Chakra, Svadisthana, in modo tale da staccarci da Attaccamento, Rabbia e Vittimismo che occludono i nostri canali energetici, i quali permettono il libero fluire di Energia e Informazione a favore di una nostra vera evoluzione spirituale. Se nel Terzo Chakra si richiedeva la necessità di imparare i principi energetici del trattenere e lasciare andare, nel Quarto Chakra è fondamentale invece impegnarsi verso il protendersi ed accogliere. Trasformando la Paura prima in “apertura” e poi in Fiducia, si favorisce l’integrazione del Dolore vissuto in passato, scongiurando così un blocco del Chakra del Cuore.

“Idealmente il demone della vergogna ha subìto una trasformazione nel terzo chakra, permettendoci di essere pronti a entrare nel cuore con un onesto rispetto per la sacralità del nostro essere. Quando amiamo noi stessi, le azioni che compiamo nei nostri confronti sono piene di rispetto e di responsabilità, traiamo piacere dall’essere in compagnia di noi stessi quando siamo soli, rispettiamo i nostri limiti e diciamo la verità. Più in generale, l’amore per sé stessi è l’atto di trattare noi stessi nel modo in cui tratteremo tutti quelli che amiamo – con rispetto, con onestà, con compassione, con sentimento e comprensione, con orgoglio e pazienza.”[2]

Continua Anodea Judith:

“Una delle zone primarie dell’equilibrio del chakra del cuore è quella tra la mente e il corpo, che si verifica quando si imparano a decifrare i messaggi del corpo. Dunque, è necessario un preciso ascolto interiore, da parte della mente, delle sottili comunicazioni del corpo, che spesso portano a recuperare ricordi passati e permettono di lavorare coi traumi, di rilasciare tensione accumulata e di portare a completamento problemi emotivi irrisolti.”[3]

Attraverso un meticoloso lavoro di autoanalisi diventando il “testimone” che, dall’esterno di sé, osserva sé stesso, si può prendere coscienza di quali sono le nostre percezioni in relazione ai nostri traumi, alle nostre carenze, ai nostri bisogni ed ai nostri automatismi e, per il solo motivo di poterli osservare e analizzare, essi rilasceranno tutto il carico emozionale che ci bloccava nella sofferenza.

Strumento di equilibrio

Il suo Bija Mantra è YAM ed è fondato sulla riconoscenza nei confronti dell’Universo, degli altri e di noi stessi e del desiderio – quasi una necessità, più che altro – di “Illuminare ogni essere vivente dalla Luce che si percepisce scaturire dal proprio Cuore”.

 

[1] Caroline Myss, Anatomia dello spirito, pag 202. ANIMA EDIZIONI

[2] Anodea Judith, Il libro dei chakra, pag. 290. NERI POZZA EDIZIONI, I COLIBRI’

[3] Anodea Judith, Il libro dei chakra, pag. 292. NERI POZZA EDIZIONI, I COLIBRI’

Opera di Etreart.com

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