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Non esiste una evoluzione obbligatoria, automatica! L’evoluzione è il risultato di un “conflitto” consapevole necessario esclusivamente all’essere umano, in virtù del fatto che egli è provvisto di una mente pensante e di un cervello – che utilizza al massimo al 18%, di norma il 5-7% – con possibilità di espansione della memoria e delle sue funzioni praticamente ancora sconosciute ma potenzialmente illimitate! La Natura, in effetti, non ha nessuna necessità di evoluzione: si riproduce e si sopravvive, se l’ambiente non diventa estremamente ostile, semplicemente “esistendo”. È l’uomo – o meglio la sua Coscienza Animica –  che sente il bisogno di evolvere, anela ad una evoluzione perché “sa” che questa è possibile. Anzi è “naturale”! Ma essa, come già detto prima, non è affatto automatica. Risulta infatti necessario superare quei meccanismi di sopravvivenza che, se da una parte tutelano in tutti i modi e al meglio delle loro possibilità la vita dell’essere umano, dall’altro limitano fortemente la sua evoluzione, perché risulta troppo complicato e dispendioso, per l’economia del “sistema strutturale-essere umano”, poter uscire completamente dalla sua zona di confort, costruita e nutrita per una vita intera, attraverso la quale egli protegge le sue “ferite”.

Ciò che è fondamentale comprendere – e questo può fare davvero la differenza – è che noi non siamo, come spesso siamo portati a pensare, esseri fisici-terreni che cercano sporadicamente di vivere un’esperienza spirituale-divina, bensì siamo entità divine, Anima e Spirito insieme che fanno delle esperienze in questo corpo fisico, affinché possano evolvere e ritornare alla Fonte in condizioni più evolute e più complete! Ognuno di noi è una cellula di un Infinito Unico Corpo Energetico e non esiste separazione. Come ho detto siamo Luce, siamo Energia, siamo Informazione, siamo Coscienza! Grazie all’Universo aumenta costantemente il numero di coloro – medici o consulenti della salute, psicologi o operatori energetici – che concepiscono il corpo umano non più come una struttura fisica a sé stante, scollegata con l’ambiente limitrofo, con l’altro da sé e con il Campo, bensì come un sistema psico-fisico-energetico collegato ed inserito in un contesto spirituale ben più ampio, affinché si possa iniziare a considerare la “malattia” come uno squilibrio energetico e al contempo un messaggio dell’intero sistema “uomo” che comunica un disagio fornendone le motivazioni e gli eventuali processi risolutivi. Come nelle terapie Egizio-Essene, nel Reiki, nel Pranic Healing, nel Theta Healing ed in tante altre metodologie di trattamento psico-energetico, è il paziente il fulcro della sua stessa guarigione anche se essa avviene con l’aiuto di un terapeuta che funzioni da canale energetico e quindi da catalizzatore della risoluzione.

Scrive Arcangelo Miranda: “Gesù, in qualità di Io-Cristo, nel Vangelo di Tommaso afferma: <<Spaccate il legno, io sono lì dentro. Alzate la pietra e lì mi troverete…Se coloro che vi guidano vi dicono: ecco, il regno (di Dio) è in cielo! Allora gli uccelli del cielo mi precederanno. Se vi dicono: è nel mare! Allora i pesci del mare mi precederanno. Il regno è invece dentro di voi e fuori di voi!>>[1] Scrivo questo perché ciò che è necessario comprendere è che non esiste differenza tra la Coscienza Superiore Universale all’esterno di noi e la Sua Scintilla all’interno di noi, tra la consapevolezza che può avere un essere umano e quella di uccello o di una pietra, tranne che in termini di evoluzione. Anche la pietra ha, in definitiva, una sua coscienza ed è “Dio in quella pietra”. In fin dei conti, “la pietra sa che deve fare la pietra!” Questa è la sua coscienza. Non potrebbe farla se all’interno non ci fosse Chi l’ha creata! Sempre Arcangelo Miranda propone sette livelli di coscienza ciascuno dei quali è relativo all’attivazione ed all’uso di un’area determinata del cervello. I primi tre livelli sono di genere duale. Il primo comporta l’ottenere energia per mezzo dell’affascinamento. Il secondo comporta l’ottenere energia per mezzo del vittimismo. Il terzo, infine, comporta l’ottenere energia per mezzo della manifestazione diretta del potere. La coscienza in questi tre livelli è frammentata ed è legata alla personalità, la quale “prevede un comportamento di prevaricazione sugli altri al fine di ottenere energia”[2]. Dal quarto livello in poi la coscienza abbandona la sua dualità e si distacca dal suo legame con la personalità. Fermiamoci qui, per adesso, riprenderemo in seguito. Supponiamo adesso di dividere la struttura del nostro corpo in diversi “settori”, non certo nel senso di separazione e discontinuità ma quanto in quello di diversificazione delle funzioni insite nella “Struttura-Uomo”. Questi settori potrebbero essere, per una forma conveniente di esemplificazione, assimilabili ai famosi centri energetici della filosofia orientale denominati chakra in sanscrito (ruota), in quanto hanno la conformazione di vortici ruotanti di energia, i quali possiedono delle tipiche caratteristiche che caricano energeticamente la struttura umana, permettendone la vita fisica in funzione di un’evoluzione spirituale, in termini quindi di acquisizione di consapevolezza e risolutezza, come abbiamo visto nelle righe precedenti. Essi permettono, in definitiva, una crescita individuale passando inevitabilmente per sette diversi stadi di evoluzione.

Esiste un bellissimo libro di Anodea Judith, dal titolo “Il libro dei chakra” che spiega in modo chiaro e lineare il collegamento del sistema dei chakra con la psicologia – in particolar modo la psicanalisi junghiana – che cita questa frase di C.G.Jung: “L’inconscio non è per natura soltanto male, e anche la fonte del bene più grande; non solo tenebra, ma anche luce, non solo bestiale, semiumano e demoniaco, ma superumano, spirituale e, nel senso classico del termine, “divino”[3]. Mi incuriosisce molto il piccolo capitolo riguardante “I demoni dei chakra” nel quale l’autrice usa il termine demone “non per indicare qualche tipo di creatura malvagia, ma come modo di dare un nome alla controforza che apparentemente si oppone alla naturale attività del chakra. (…) La presenza del demone impedisce al chakra di fare il suo lavoro, ma quella sfida ci costringe anche a renderci più consapevoli di quel lavoro, così che alla fine possiamo farlo meglio3

Trovo molto interessante il concetto che, se viviamo nella inconsapevolezza di ciò che questo “demone” ci impedisce di fare, conferiamo senza volerlo un enorme potere a quest’ultimo ed un immenso sforzo al centro energetico in questione che “rema a nostro sfavore”. Soltanto mediante la consapevolezza – ma questo ormai è arcinoto – possiamo riuscire ad utilizzare qualsiasi condizione a nostro favore, anche quella apparentemente più svantaggiosa per noi!

Trattandosi di una controforza che sfida l’attività energetica del centro affinché esso si sviluppi e strutturi ed equilibri, viene logico dedurre che esiste una correlazione tra lo sviluppo e il mantenimento di ogni centro energetico con altrettanto della personalità. Ogni centro energetico completa il suo sviluppo in 7 anni e lo sviluppo di ogni centro energetico all’interno dello sviluppo più totalitario del bambino, poi ragazzo e poi adulto, mette la base per la strutturazione energetica del successivo. Se questa strutturazione dovesse venire a mancare, si influenzerebbe o bloccherebbe lo sviluppo sia dei chakra successivi che di quelli precedenti dato che, come sappiamo, non esiste alcuna separazione: “Tutto è collegato” ed è propedeutico alla funzionalità di tutto il corpo energetico (e fisico) all’interno anche, ovviamente, del macrocosmo che lo contiene; il microcosmo ed il macrocosmo sono due aspetti della stessa realtà all’interno di ciò che, nella totalità unitaria, rappresenta la Verità.

Storia e origini

Il sistema dei Chakra è nato in India più di quattromila anni fa; esso è una profonda rappresentazione dell’Universo su sette livelli principali (otto se consideriamo il Nous, centro energetico posto a 30 cm dalla testa) e la sistemazione dei nostri chakra rappresenta la nostra struttura organizzativa che ci creiamo per affrontare il mondo. Essi sono giunti a noi occidentali attraverso la tradizione e la pratica dello Yoga, disciplina espressamente studiata e praticata per collegare l’individuo con il Divino attraverso l’uso di pratiche mentali e fisiche che uniscano la nostra vita mondana con quella spirituale. È appunto comprendendo questa nostra organizzazione interna, questa struttura energetica – perché è proprio di Energia che si tratta in quanto essi non esistono fisicamente, ovvero nella densità della materia – che noi possiamo percepire l’influenza di tutte le nostre esigenze, le nostre percezioni e le nostre rappresentazioni psicofisiche.

I Chakra vengono detti anche “sigilli” in quanto rappresentano proprio delle porte che si aprono automaticamente al momento adeguato in relazione alla nostra evoluzione spirituale. Le spirali energetiche o “vortici” indicano le energie contrastanti della Psiche e dello Spirito: le energie impetuose contrastano le energie spirituali e tutte devono riunirsi fino a raggiungere l’equilibrio. Essi sono in relazione con le nostre ghiandole endocrine, e grazie a quest’ultime irrorano tutti gli organi fisici ad essi corrispondenti di Prana (Energia Vitale Universale che viene chiamata con tanti nomi, tra cui Ki, Chi, e tanti altri ma ricordiamo che l’Energia È Una qualunque denominazione ad Essa venga conferita). Essi hanno quindi il compito specifico di riceverla, canalizzarla ed esprimerla ed hanno la forma di un imbuto rovesciato (da qui il vortice). In questo senso i chakra possono essere considerati come delle stazioni ricetrasmittenti che funzionano su frequenze diverse!

La loro attività influisce, oltre che sull’attività ghiandolare, anche sulla salute psicofisica del corpo e sulla sua forma esteriore, nonché sui nostri pensieri, sui nostri comportamenti e di conseguenza sulle affezioni fisiche croniche, le quali non sono altro che squilibri energetici. In relazione alla loro collocazione all’interno del corpo fisico ad ogni Chakra viene associato uno specifico stato di coscienza.

Ma non solo. Ogni chakra possiede anche una sua teoria filosofica ed infine un elemento archetipico che lo contraddistingue. Il cammino yogico, attraverso la pratica della meditazione, tra le altre cose, porta all’acquisizione di diversi stati di coscienza sempre più evoluti affinché gli eventuali squilibri poc’anzi citati possano essere riequilibrati. Gli Archetipi che contraddistinguono i chakra principali sono: terra per il primo; acqua per il secondo; fuoco per il terzo; aria per il quarto; suono per il quinto; luce per il sesto; coscienza per il settimo.

Escluso il primo chakra che ha il vertice verso il basso ed il settimo che ha il vertice verso l’alto quindi due vortici con una sola apertura in verticale, gli altri hanno un’apertura davanti ed un’apertura dietro: la parte anteriore rappresenta il nostro “dare” nella vita mentre la parte posteriore rappresenta il nostro “ricevere”. Il termine chakra significa letteralmente ruota o disco ed è il termine considerato più adeguato dagli yogi che lo hanno coniato a rappresentare una sfera rotante di attività bioenergetica che dai principali gangli nervosi si espande nella spina dorsale, ovvero il tessuto nervoso-energetico corrispondente alla colonna vertebrale.

I chakra si presentano come un fiore, nello specifico il fiore di loto, che si chiude e si apre più o meno ritmicamente, e i cui petali variano di numero. Ogni chakra nella parte più interna, esattamente come i fiori hanno lo stelo, posseggono un piccolo canale che lo collega alla Shushumna, ovvero il Canale Centrale, situato di fatto nella Spina Dorsale. I chakra ruotano in senso orario in condizioni di equilibrio, diversamente essi girano in senso antiorario, tendendo a chiudersi e a non assorbire più le energie fondamentali per il proprio buon funzionamento.

Analizzeremo ora, per ogni singolo chakra, le specifiche caratteristiche, fisiche, simboliche e psicologiche, approfondendo il tema del demone e fornendo il mantra che sostiene il suo equilibrio.

L’Anima è l’espressione individuale dello Spirito e lo Spirito è l’espressione universale dell’Anima”  Anodea Judith

Un “blocco” ha luogo quando due forze uguali contrarie si incontrano sullo stesso piano. Dato che nulla può essere eliminato ma tutto deve essere incluso ciò a cui si mira per il raggiungimento dell’equilibrio di quel dato chakra consiste proprio nell’integrazione di queste due forze. Potremmo affermare che un chakra può venire bloccato fondamentalmente da traumi infantili, programmi psichici installati sin da bambini, condizionamenti culturali, abitudini limitanti e causanti sofferenza, e molto altro anche sul piano fisico.

Scrive Anodea Judith nel suo libro “Il libro dei chakra” (1998, Neri Pozza Editore, pagina 31,):

“Per sbloccare un chakra bisogna agire su diversi livelli:

  • comprendere le dinamiche di quel particolare chakra
  • esaminare la storia personale in relazione agli aspetti di quel chakra
  • impiegare esercizi e tecniche
  • bilanciare gli eccessi e le carenze”

Se esistono eccessi o carenze, essi denotano la messa in atto di strategie di adattamento assolutamente necessarie per una compensazione di uno squilibrio derivante, in primis, da traumi, da condizioni contingenti difficili che producono stress o paura e che bloccano il fluire naturale dell’energia negli specifici chakra. Tutto ciò che è necessario per far ritornare a fluire liberamente l’energia in questi chakra è il riequilibrio: se l’energia è carente è necessario immettere energia; se invece l’energia risulta eccessiva, ciò che serve è scaricare quella in eccesso. Le possibilità per intervenire nel riequilibrio di questi centri energetici sono molteplici, tante quante sono i livelli nei quali possono essere congelate le memorie. È quindi fondamentale, spesso per raggiungere un equilibrio completo e duraturo, intervenire a più livelli in ordine di percezione e di vibrazione. In base al grado di coinvolgimento della mente (quindi del pensare) rispetto al cuore (quindi del sentire), i vari livelli di intervento possono coinvolgere, nell’ordine, la psicoanalisi, la psicoterapia junghiana o altre forme derivate, la psicoterapia bioenergetica, le costellazioni familiari, lo shiatsu, le varie terapie energetiche orientate sui corpi sottili e sull’aura, la meditazione (Vipassana, Trascendentale, Mindfulness…), il ThetaHealing, il Reiki e molte altre forme di terapia.

[1] Nda: “LIFE I segreti della ghiandola pineale”, Arcangelo Miranda, Io Sono Edizioni, pag. 396

[2] Nda: “LIFE I segreti della ghiandola pineale”, Arcangelo Miranda, Io Sono Edizioni, pag. 397

[3] “Il libro dei chakra”, Anodea Judith, Colibrì Edizioni, pag. 51

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