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“Il Tantra è l’attualizzazione del presentimento del silenzio nello spazio-tempo. Il presentimento del silenzio è la non-dualità.” (pag 33, L’unico desiderio, Eric Baret)

Gli insegnamenti tantrici sono un intreccio di tante tradizioni spirituali dell’India che, dopo secoli e secoli di filosofie dualistiche e separative, altamente squilibrate e dannose per sé e per gli altri, vennero divulgate per fornire un percorso trasformativo finalmente propedeutico ad una vera evoluzione che, invece di dividere – corpo e anima, maschile e femminile, sensualità e mortificazione, sessualità e astensione, “santa” e “prostituta”, virtù e peccato – finalmente univa!!

La parola “Tantra” significa infatti “Telaio” riferendosi, quindi, all’intreccio di una serie di fili diversi in un unico tessuto; a questo concetto si può dare anche un altro significato ovvero “Strumento per espandere la Coscienza”.

In questo senso essa è anche una Via spirituale e come tutte le Vie spirituali è sempre un percorso verso sé stessi.

Il tantrismo consiste quindi in un percorso spirituale molto antico, risalente a più di 5000 anni fa, sviluppatosi inizialmente nella Valle dell’Indo, in India. È antecedente alla nascita della religione ufficiale dell’India, il brahmanesimo, che da esso ne viene influenzata mantenendo però inizialmente ancora un atteggiamento dualistico. Secondo la via tantrica, Dio È ovunque, in tutta la Creazione ed in tutte le cose e si manifesta attraverso l’unione degli opposti e di tutte le dualità, in particolar modo attraverso l’unione dell’Energia Femminile della Dea Shakti e dell’Energia Maschile del Dio Shiva.

Shakti significa Forza, Energia ed è l’aspetto dinamico e materiale dell’Universo appunto “l’energia in perenne movimento ed in continuo cambiamento e rappresenta anche l’impermanenza della forma”.

Shiva rappresenta invece la Coscienza Eterna, la Fonte di tutte le cose e viene rappresentato in una posizione statica come “lo spirito che tutto percepisce senza esserne influenzato e quindi coscienza immutabile senza alcun limite spazio-temporale e senza attaccamenti”.

Shiva e Shakti rappresentano due correnti di Energia che attraversano i chakra, la prima discendente, la seconda ascendente.

Queste due Energie si cercano, si attraggono: Shakti salendo dalla terra è l’aspirazione divina dell’Anima umana, incarnata, mentre Shiva che scende dall’alto, è la manifestazione della Grazia divina: non possono esistere l’uno senza l’altra ed essi risiedono entrambi dentro ognuno di noi.

Shiva, la corrente discendente è manifestante mentre Shakti, quella ascendente, è liberatoria: la prima discende dalla Coscienza diventando sempre più densa – “materializzazione dello Spirito” -; la seconda ci fa uscire dai limiti del piano tridimensionale per raggiungere stati dell’essere più liberi e quindi più espansi e globali – “spiritualizzazione della Materia”.

Infatti, se nei Vedanta (primo fra tutti i sostenitori Sri Ramana Maharshi) “Voi non siete il corpo, i sensi e la mente ma siete il conoscitore”, nel Tantrismo Kasmiro “Voi siete ugualmente ciò che conosce e ciò che è conosciuto: si include il conosciuto tramite il sentito che proviene dai nostri sensi in relazione al nostro corpo fisico.” Questo perché ciò che noi non portiamo nel corpo non lo viviamo appieno e rimane soltanto un pensiero nella nostra mente.

Il Tantra ci insegna che bisogna accostarci alla Vita in maniera creativa in quanto tutto scorre, fluisce e non c’è staticità. Stare quindi nel Qui ed Ora, nella Presenza, utilizzando tutto ciò che i nostri sensi ci trasmettono al fine di conseguire l’estasi spirituale. I sensi, quindi, non vanno ripudiati ma trasformati in modo tale che da limitanti diventino esaltanti, donando anche liberazione ed estasi. In ogni rituale, codificato o spontaneo, il tantrico si prefigge l’incremento dell’energia che da una sperimentazione giocosa e sensuale viene sprigionato al fine di utilizzarla per la propria crescita.

Purtroppo, c’è molta disinformazione o informazioni errate e fuorvianti riguardo al Tantra, molto spesso si pensa che esso sia una disciplina che contenga un vademecum di tecniche che, come il Kamasutra, forniscano un metodo infallibile per divenire un grande amante con formidabili prestazioni erotiche.

Niente di più lontano dalla verità!!!

Paradossalmente anche qui, non me ne vogliano gli amanti del fare e strafare e della prestazione a tutti i costi, vige una regola aurea che ha a che fare profondamente con tutti i veri percorsi spirituali: meno fai, più fai!

Questo non significa che dobbiamo trascorrere tutto il nostro tempo inoperosi, su un divano gettando via la nostra vita, ovviamente, bensì non stare la maggior parte del tempo nella modalità del fare coattivo per il raggiungimento di più obiettivi possibili in una giornata. Nel fare continuo, se non ossessivo, si obbedisce alla nostra mente che è essenzialmente Paura: paura di morire, di impazzire, di non avere abbastanza, di non aver fatto abbastanza, di non sapere abbastanza, di non essere amati abbastanza. Nel Tantra Yoga, questo “fare meno” riguarda semplicemente lo spostare l’accento su una pratica più meditativa, che ci permetta di stare nella Presenza in ogni istante del nostro rapporto piuttosto che vivere impetuosamente ed inconsapevolmente l’unione gestita dalle nostre passioni piuttosto che dalla nostra coscienza.

Tutti i libri antichi relativi alla disciplina del Tantra Yoga affermano che le pratiche tantriche consistono nel trasformare in estasi le nostre energie vitali partendo da quella sessuale che di tutte ne è la madre. Infatti, l’Energia sessuale non a caso è l’Energia che dà la Vita: senza questa particolare Energia noi non saremmo qui! Le scritture le forniscono il nome di Kundalini e la posizionano attorcigliata alla base della nostra colonna vertebrale, precisamente tra ano e perineo dove risiede, in attesa di essere risvegliata.

Anche il Tantra Yoga è concorde con l’idea che Tutto è Energia Informata ovvero Informazione veicolata dall’Energia. Quest’ultima, all’interno della visione tantrica, è chiamata Spandan.

Il Tantrismo è quindi l’arte di riconoscere la maestosità della vita in ogni sua espressione. E la Via Tantrica è quindi una modalità per riavvicinarci alle regole cosmiche in modo da poter percepire la connessione con tutti gli esseri viventi e con il Tutto. Le esperienze che viviamo possono essere definite “tantriche” nel momento in cui si presta totale attenzione alle nostre azioni e come le viviamo nel profondo, stabilendo un completo contatto psico-fisico-energetico-spirituale con esse e con il Cosmo.

“Dal punto di vista della via Kashmira, il tantrismo è l’arte di celebrare l’ultimo nella vita quotidiana” (pagina 36, Eric Baret, L’unico desiderio.)

I Chakra (“ruota” in sanscrito) sono centri di attività per la ricezione, l’assimilazione e la trasmissione dell’Energia Vitale. Se il corpo è considerato il nostro veicolo di coscienza, i Chakra sono le ruote della vita che consentono a questo veicolo di muoversi. (A tal proposito consiglio la lettura di due libri della stessa autrice, Anodea Judith: “Chakra ruote di vita” e “Il libro dei chakra” ed uno di Caroline Myss: “Anatomia dello Spirito”)

Questo movimento è l’azione nella consapevolezza ovvero il viaggio evolutivo che abbiamo deciso di intraprendere nel momento stesso che abbiamo accettato di incarnarci in questo veicolo-corpo fisico. È la Shakti, che, quando risiede nel Muladhara, il Chakra della radice, si riposa. In questo non-luogo fisico bensì energetico Ella diventa Kundalini, un serpente arrotolato che si avvolge tre volte e mezzo attorno allo Shiva Lingam situato nel Chakra di base – da “kundala” che significa avvolto -. Qui rappresenta tutto ciò che è in potenziale nella materia, l’Energia Femminile della Creazione e la Forza evolutiva della Coscienza nell’essere umano. Se risvegliata, questa Energia si srotola e si innalza verso l’alto fino a raggiungere, un chakra dopo l’altro, il Chakra della corona, Sahasrara, dove incontrerà Shiva per unirsi ad Esso.

Quindi il Tantra Yoga, nella sua pratica rituale, consiste nel trasformare in estasi l’Energia Vitale che, come abbiamo visto, è principalmente sessuale. Non vivendola appieno nell’immediato e procrastinando l’unione fisica con l’altro sesso ed il piacere esplosivo che ne deriva, si trasforma questo potente “incendio che tutto divorerebbe in pochissimo tempo” in un fuoco caldo e controllato che può bruciare per ore, riscaldando completamente ogni parte del nostro corpo! Nel primo caso tutto finirebbe in un climax di piacere di qualche secondo senza mai trasformarsi in estasi. Se invece si induce una accettabilissima – per l’uomo, nel percorso per la consapevolezza ed il risveglio – frustrazione del desiderio e del piacere finale, si potranno spalancare le porte di un’esperienza estatica sulla base di una nuova relazione più profonda ed intensa.

“Il richiamo dell’anima smuove il fuoco serpentino o kundalini annidato alla base della spina dorsale e lo sospinge verso l’alto, così da ardere ogni ostacolo e vivificare tutti i centri eterici, compresi quelli del capo, dove si attivano le aree vitali entro i ventricoli della testa.”      Alice Bailey

Il cosiddetto Risveglio di Coscienza e la conseguente attivazione del Corpo di Lucea mio parere – non avviene quando Kundalini giunge al Chakra della Corona e lo attiva improvvisamente bensì quando tutti (tutti!) i Chakra principali – compresi ovviamente anche i primi tre cosiddetti del “circuito inferiore della coscienza” – sono aperti, attivi ed allineati, attraverso una integrazione del nostro Ego-Personalità difensiva! Il Risveglio non è quindi un punto di arrivo bensì un Percorso: il percorso di Kundalini dal basso verso l’alto e poi dall’alto verso il basso!

Ricordando Ermete Trismegisto: “Come in alto, così in basso”.

“Qualsiasi genere di sviluppo interiore implica la necessità di vincere determinate resistenze e di compiere sforzi per il conseguimento di una meta specifica. Il tantrico fa uso di ogni forma di sensualità per generare nuovi impulsi verso la meta finale invece di considerare le fonti d’attrazione come ostacoli. Dice di sì al mondo e continua a riprodurlo perché l’aiuti a conseguire il proprio sviluppo interiore”. (Da “Il corpo di Luce”, pag 34 Mann & Short, Edizioni Mediterranee)

Come afferma Eric Baret, riguardo a quella che in India è definita la Via Tantrica del Kasmir:

“Bisogna lasciarsi ricondurre all’origine da ogni emozione dal momento in cui è sentita e non pensata!”

Quando si dimora troppo nella mente e ci si chiede troppe cose, ci si fa troppe domande e – grazie esclusivamente alla mente – si aspettano tutte le risposte, quando abbiamo troppe aspettative o ci aspettiamo di ottenere tutto ciò che vogliamo mediante l’utilizzo della nostra personalità, con troppa foga ed impazienza, ecco che ci scolleghiamo dalla Sorgente della Vita, della Coscienza Cosmica.

Ci siamo incarnati per fare esperienza e ricordare di Anima in Anima ed attraverso questa esperienza il nostro compito più elevato è quindi, ricordiamolo, quello di spiritualizzare la materia, materializzando lo spirito!

Portare il divino nella tridimensionalità della materia di tutti i giorni significa che non può essere vissuto semplicemente come un processo immaginativo, vissuto nella nostra mente, altrimenti non avrebbe alcun giovamento trasformativo. Portarlo nel corpo, portare questo cambiamento, questa trasformazione nella fisicità e nella tridimensionalità della materia, nella vita di tutti i giorni significa questo: consapevolizzarla ed attuarla ogni istante e non relegarla soltanto ad un processo mentale che non apporta nessuna reale modifica.

Non è necessario purificare completamente e totalmente tutti i nostri centri energetici anche perché siamo incarnati in questo nostro corpo fisico, non siamo totalmente santi o asceti e queste esperienze nella tridimensionalità della materia ci servono per evolvere. Invece è auspicabile utilizzare l’Energia intrisa in questi centri energetici vitali per la nostra esistenza e per la nostra evoluzione, liberandola ed utilizzandone la potenza così sbloccata, lasciarla fluire e mettendo tutto ciò al servizio dei Centri Superiori della Coscienza.

Come possiamo pensare che la Via per il vero Risveglio possa essere una via di separazione: bene e male, vita e morte, uomo e donna, sacro e profano, amore e sesso o di “rifiuto” dei nostri desideri, dei nostri piaceri, della nostra connessione profonda a tutti i livelli, della sessualità che dà la vita e della sensualità che quest’ultima attiva? Senza la ricerca del piacere ed il nostro desiderio profondo di unione, noi esseri umani non saremmo qui: ci saremmo estinti migliaia e migliaia di anni fa!

Una via che mortifica il corpo, che annulla il piacere fisico giudicandolo sbagliato non è una via adeguata alla Liberazione perché non fa altro che incrementare la dipendenza e la separazione!

Quando la donna permette l’attivazione della propria Energia Femminile si mette in condizione di esperire l’Energia Maschile pura, scevra da condizionamenti, che “stabilmente sta” ed è a sua completa disposizione per alimentare questo Fuoco Sacro.

Quando l’uomo attraverso la dolcezza, l’ascolto, l’accoglienza e l’apertura del Cuore, attiva l’Energia Femminile della donna, permette alla propria virilità, all’Energia Maschile di essere accolta dalla donna in tutta la sua pienezza, forza e vigore.

In questo modo si sviluppa la cosiddetta Unione tantrica.

Yeshua Ben Josef disse: “Quando farete uno di due, diventerete figli dell’uomo e quando direte: < Montagna spostati! > essa si sposterà.”

Loghion 106,  Vangelo di Tommaso

Opera di Etreart.com

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