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“Un discepolo, per definizione, è colui che inizia a disciplinarsi, colui che inizia un addestramento. Chi decide di seguire questo sentiero, si trova a camminare su una lama di un rasoio, perché deve imparare ad agire in due mondi: il mondo esteriore oggettivo e quello interiore soggettivo. Il mondo interiore è reale esattamente quanto l’altro. Il motivo per cui, erroneamente, tendiamo a considerare il mondo esterno come l’unica realtà, trattando ogni esperienza soggettiva come un prodotto dell’immaginazione, è che così ci è stato insegnato. Bisogna collegare i due mondi nella vita quotidiana, immergendosi nei regni soggettivi per contattare il Sé Superiore, cioè l’essenza transpersonale che trascende la personalità ordinaria, e portare poi tale coscienza e ispirazione superiore a manifestarsi nella vita di tutti i giorni.”

(pag. 19, “Sulle orme del Maestro” Baker-Hansen, Edizioni Crisalide)

 

Questo articolo tratterà di un processo di disidentificazione più contemporaneo, nel quale ci viene incontro anche la Psicologia Perenne.

La Psicologia Perenne, afferma che tutti i dualismi non sono tanto irreali, quanto piuttosto “illusori”. Termine coniato da Ken Wilber in risposta alla Filosofia Perenne di A. Huxley, la Psicologia Perenne è considerata dallo stesso autore “una visione universale della natura della coscienza umana che contiene intuizioni analoghe a quelle della filosofia perenne, per quanto espresse in un linguaggio più specificatamente psicologico.”

Wilber spiega che:

“Con questo termine – Filosofia Perenne – si fa riferimento a una dottrina universale che si occupa della natura del genere umano e della sottostante realtà, temi che costituiscono il cuore di ogni maggiore tradizione metafisica.”

Continua Wilber:

“Al cuore di questo modello, che potremmo chiamare “Spettro della coscienza”, vi è l’assunto che la personalità umana è la manifestazione multidimensionale di una Coscienza unica, proprio come in fisica lo spettro elettro-magnetico è considerato una manifestazione su molteplici bande di una singola energia elettro-magnetica. Più specificatamente, lo Spettro della Coscienza è un approccio multidimensionale all’identità umana (…) ogni livello dello Spettro è caratterizzato da un particolare senso di identità facilmente riconoscibile, che dall’Identità Suprema della Coscienza Cosmica, attraverso diverse gradazioni o bande, giunge fino al senso di identità drasticamente ristretto associato alla coscienza egoica.”

Trattiamo qui esclusivamente il Livello della Mente (con la M maiuscola) per distinguerla dalla mente che è quella legata alla nostra personalità.

Continua Wilber:

“La tesi centrale della Psicologia Perenne è che, in profondità, la nostra coscienza è essenzialmente identica alla realtà assoluta e ultima dell’Universo che viene in vari modi indicata con i nomi di Brahman, Tao, Dharmakaya, Allah, Mente di Dio….. Su questo livello, siamo una cosa sola con l’universo, con il Tutto o – piuttosto – noi stessi siamo il Tutto. Secondo la Psicologia Perenne, questo livello non è un normale stato di coscienza, e nemmeno uno stato modificato di coscienza, quanto piuttosto l’unico reale stato di coscienza, a fronte del quale tutti gli altri non sono che illusioni.”

“Psicologia perenne: lo spettro della coscienza” Capitolo del libro “L’espansione della coscienza”  R. Walsh-F. Waughan (Pag. 49-50, Edizioni Crisalide)

Rifacendoci alle terapie transpersonali, fondamentali per un processo di disidentificazione efficace, non soltanto per il raggiungimento di un equilibrio psichico, ma fondamentale per una elevazione spirituale, essenziale è la distinzione tra il Testimone transpersonale e la Mente.

Scrive ancora Wilber:

“Il testimone transpersonale è una posizione di testimonianza della realtà. Occorre, però, notare che questa condizione di testimonianza contiene ancora una forma sottile di dualismo primario, vale a dire, la distinzione tra il Testimone e ciò che viene testimoniato. È solo quando anche quest’ultimo tipo di dualismo viene trasceso che ci si risveglia infine nel piano della Mente, e a tal punto, il Testimone e l’oggetto della testimonianza vengono sintetizzati in un’unità.”

(Pag. 61)

Infatti, quando esiste il Testimone esiste ancora un dualismo tra il Testimone e la realtà osservata; quando il Testimone viene completamente trasceso, integrato ed assorbito nella realtà esiste solo la “realtà senza dualità”.

“L’individuo raggiunge il centro del proprio essere per trovare ciò o chi sta conducendo l’osservazione e, invece del sé transpersonale, scopre null’altro che ciò che sta osservando, una condizione che Blyth ha definito l’esperienza dell’universo per mezzo dell’universo.” (Pag. 61)

Bisogna ricordare che il Sé è sempre realizzato in quanto connessione continua e costante con la Sorgente: gli ostacoli sono i nostri pensieri. L’unico blocco verso la realizzazione del Sé è, quindi, il desiderio compulsivo ed ossessivo di realizzare il Sé, che non è del Sé ma è dell’Ego. Noi siamo sempre connessi con la Sorgente dalla Quale introiettiamo sempre tutte le informazioni e l’Energia Vitale che ci servono per la nostra Vita e per la nostra Evoluzione ma questa informazione l’abbiamo rimossa dalla nostra Coscienza e viviamo noi stessi come completamente staccati dal Tutto. Quindi il progresso viene misurato dal grado di rimozione degli ostacoli alla comprensione che il Sé è sempre stato realizzato perché questa connessione con la Sorgente è sempre attiva. Quando noi invece ci soffermiamo soltanto sull’aspetto materiale (il mondo), questa nostra connessione si interrompe ed il Risveglio del nostro Sé è fuorigioco.

 

  • Non serve “pensare” alla Coscienza Infinitamente Espansa del Sé: bisogna “sentirla”, viverla profondamente.

L’aspettativa di voler vedere ed il desiderio di ottenere qualcosa sono tutte prerogative dell’Ego: tutto ciò che è necessario è depotenziare l’Ego, ridurlo ai minimi termini non nutrendolo più! Quando si è preso coscienza di come esso ci rende ciechi, di come ci controlla e di come si prende anche infine gioco di noi, non si sentirà più lo spasmodico bisogno di assecondarlo e di alimentarlo!

I fattori del Risveglio di Coscienza, altresì detta volgarmente “Illuminazione”, consistono in facoltà psichiche che determinano il modo in cui ci si rapporta in ogni momento con la propria Esperienza dell’Esistenza.

Opera di Etreart.com

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