“La Sofferenza in questo mondo fisico conduce l’Anima a cercare di sviluppare la Forza Interiore. Allora l’individuo può scoprire l’IO SONO e conoscere che dentro di lui giace tutto il potere di fare l’Anima e di realizzare ogni suo bisogno profondo. Questa sua ricerca e questa conoscenza potrebbe non giungere mai se la persona non fosse spinta dalle bufere della vita a cercare un piano interiore di Pace e di Calma. Quando egli prende coscienza che IO SONO rappresenta la realizzazione del desiderio della sua Anima, il desiderio potrà realizzarsi. Egli sa bene che cercare la realizzazione di questo desiderio all’esterno dell’Essenza Interiore è ovviamente destinato al fallimento. La Coscienza, prima di poter formare ciò che viene desiderato, deve scoprire lo Spirito. Il Principio Creativo risiede all’interno di noi che È l’IO SONO ma è sempre e soltanto con l’intercessione della Coscienza Superiore che È lo Spirito, che si ottengono le cose”.
Processo di disidentificazione
Rifacendomi all’antico insegnamento relativo al Vedanta di Sri Ramana Maharashi, questo è ciò che ci serve sapere riguardo al processo basilare di disidentificazione dall’Io e della connessione con lo Spirito.
- L’esistenza dell’Ego in qualunque forma è di per sé un’esperienza.
Essa è una fondamentale esperienza a favore della strutturazione della nostra Personalità che ci condurrà, nei primi decenni della nostra vita, ad attivare e rinforzare i nostri primi tre centri energetici, basilari per la costruzione del nostro “Tempio” – il nostro corpo fisico, ma anche psichico ed energetico – ed anche per la nostra sopravvivenza.
Ma una volta strutturata questa Personalità, se non si pone questa impalcatura psichica a favore dei Centri Energetici Superiori e al contempo la si depotenzia nei desideri effimeri e nelle separazioni protettive e compensative, si rimane invischiati in un loop di carenza e richiesta dovuto semplicemente alla mancanza di Consapevolezza.
Viviamo, quindi, questa esperienza dell’esistenza dell’Ego con i dovuti filtri spirituali. Ma per coloro che sono illusi dal pensare che lo stato di veglia ed il mondo materiale così come lo percepiscono attraverso i sensi, siano reali, anche l’Ego sembra reale!
- Il Sé non ha individualità. È infatti la nostra identificazione con la materia che ci divide e ci fornisce di individualità.
È la mente che considera il corpo come il Sé e da questo derivano tutte le false credenze che danno vita all’Ego.
Essa – la mente – è formata dall’essenza più sottile del cibo che mangiamo, cresce con le passioni come l’attaccamento e l’avversione, il desiderio e l’ira, si manifesta come entità discriminatrice basandosi sulle sovrastrutture dell’Ego create appositamente da noi stessi per protezione e per sopravvivenza.
Scrive Sri Ramana Maharshi:
“Pensando ad un oggetto la mente ne assume la forma e assieme alla conoscenza che nel cervello fluisce attraverso i canali dei cinque sensi, si unisce agli oggetti per mezzo del cervello (che è associato alla conoscenza) e in questo modo conosce e sperimenta gli oggetti ottenendo soddisfazione. Quella sostanza è la mente, anche se viene chiamata con nomi diversi: mente, intelletto, memoria ed ego, in base alla differenza delle sue componenti ovvero di cosa essa utilizza.”
Qualsiasi cosa si fa, non bisognerebbe permettere al “pensiero-Io” di sorgere. Come? Permettendo l’integrazione della mente con il Cuore. In questo modo si eviterà al “pensiero-Io” di esteriorizzarsi, rimanendo nel Cuore.
Continua Sri Ramana Maharshi:
“Conoscere il proprio Sé significa conoscere Dio: questa è la vera liberazione.”
Ed ancora:
“Quando l’Io si dissolve ed al suo posto si manifesta il Sé, si ha la vera esperienza diretta che è il Samadhi. Esso significa accettare Dio che è Amore Supremo Incondizionato e riuscire ad acquietare completamente la mente.”
Dal libro “Sulle orme del Maestro” di Baker-Hansen:
“L’antica saggezza ci insegna che siamo Esistenza, Coscienza e Beatitudine (il Sat Chit Ananda dei seguaci del Vedanta). Queste sono le qualità della monade, che è il vero “Io”. Il riflesso inferiore di questo “Io” nell’uomo è l’anima, il veicolo della monade nei piani inferiori, costituiti da Atma, Buddhi e Manas: volontà divina, amore-saggezza e intelligenza attiva. L’anima, a sua volta, possiede un suo veicolo nei piani inferiori della manifestazione, ovvero la personalità, con i suoi corpi fisico, emotivo e mentale. Prima di poterci identificare con il nostro Sé Superiore, dobbiamo imparare a purificare e ad integrare la personalità ed i suoi veicoli”.
(pag. 34, “Sulle orme del Maestro” Baker-Hansen, Edizioni Crisalide)
Le qualità principali della mente ordinaria sono inerzia ed eccitazione: questa fa sì che i desideri dell’uomo ordinario siano pieni di debolezze ed egoismo.
L’uomo ordinario è semplicemente inconsapevole e crede che il film sia più importante dello schermo. In verità non è importante il film bensì lo schermo: il film passa ma è lo schermo che resta. Il film consiste nell’identificazione nella forma che noi stessi proiettiamo sullo schermo che È la nostra Essenza e che È l’unica cosa che esiste veramente.
- Tutto ciò che è necessario fare è disidentificarci con la forma, con la materia, con il film.
Lo schermo, quindi, è il Sé mentre il film rappresenta il mondo e le sue immagini e vanno e vengono continuamente a seguito della nostra identificazione con la materia. Se si è coscienti che senza colui che vede non c’è niente che possa essere visto, allora non si cade in questo inganno.
Anche la fisica quantistica afferma che senza l’osservatore non collassa la funzione d’onda nella tridimensionalità della materia e nulla viene manifestato.
- Il mondo/realtà non è riflesso sul Sé, ma è riflesso sull’Io-Ego-Personalità.
Perché ci sia un riflesso deve esserci un oggetto ed una immagine ma il Sé non accetta questa dualità: solo dopo aver trasceso “Io sono il Corpo” si è il Sé.
Per eliminare tutti i pensieri (quindi la “nostra mente”) bisogna meditare sulla domanda: “Chi sono Io?”
Se non ci si identifica con i propri pensieri, con quello che si fa, con il proprio corpo, con le proprie azioni, aspettative e risultati, in definitiva con il mondo che ci circonda, qualsiasi azione può essere seguita all’interno della Realizzazione del Sé. Quando sorgono altri pensieri non si dovrebbe seguirli ma si dovrebbe indagare: “a chi sorgono?”. Quando emerge la risposta “A me” si continua sempre ad indagare: “E chi sono io?” finché la mente non tornerà alla sua Sorgente ed il pensiero sorto si placherà.

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